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La domenica che non ti aspetti

Era la nostra prima volta. In un trail urbano. In staffetta. Tutti e 4 al completo. E non poteva andare meglio.
Se avete avuto modo di conoscerci un po’, avrete sicuramente capito che cerchiamo di fare i Runners, ci impegnamo ma non troppo, prendiamo la corsa come un modo di stare insieme e di divertirci. Così quando abbiamo saputo di questa staffetta, ci siamo subito iscritti. Volevamo correre insieme, come Spanky Runners. Un modo per farci conoscere.
L’occasione era perfetta: è vero, quelli seri correvano la Salomon City Trail da 26 km, mentre noi abbiamo fatto la staffetta. Ma sono pur sempre 30 km.
Abbiamo scelto le frazioni sorteggiandole dopo una cena in zona Sempione, tanto per non smentirci. Nessuno ovviamente era soddisfatto della propria, ma questo era ovvio.
Vi risparmio anche l’organizzazione pre gara (siamo sempre disorganizzati, citando il Capitano), con appuntamenti mancati , biciclette prestate e dolori di stomaco post colazione. (non oso immaginare il malcapitato che è entrato in quel bagno dopo di me).
Comunque.
Ai blocchi di partenza la nostra punta di diamante, quello che in teoria va più veloce, perché più giovane. Nel primo tratto i km sono 8,5, passaggio in zona fiera ed arrivo al campo XXV aprile. Siamo nelle prime 15 posizioni. Buon inizio.
Ora tocca al nostro pompiere di fiducia, colui che ha insistito per fare la seconda frazione, quella che passa a San Siro. Purtroppo di San Siro ha visto solo il circuito ippico. In compenso ha visto Milano dalla cima del Montestella. Lo speaker stila la classifica temporanea dopo l’inizio della seconda frazione. Il pettorale numero 10 (il nostro) è in 5° posizione (!). Io sono già in postazione pronto a dare il cambio, mi chiede il nome della squadra. Io mostro orgoglioso la nostra maglietta di Berlino e lui farfuglia un nome che era più simile allo Speck che allo Spanky.
Poco importa. Passano i primi 5 staffettisti della seconda frazione e Filippo non si vede. Ne passano altri 5 ed io sono ancora li ad aspettarlo. Ancora 5 e nulla. Dopo il 20° spunta quella maledetta canottiera rossa, mi preparo, do il cambio a Filippo e parto per la mia frazione. Siamo 22°.
Non avevo molto chiaro il percorso, quindi mi sono buttato un po’ alla spera in dio. Unica cosa certa: i 6,5 km da correre. Dalla Montagnetta al Castello. E sono stato fortunato. Dopo l’iniziale salita del ponte che porta al portello (non è un gioco di parole), tutto il resto del percorso era abbastanza pianeggiante. Corso Sempione era invasa da Runner che schivavano il traffico milanese della domenica mattina. Arrivo al castello e mi accorgo che i km sono meno: 5.52 per la precisione. Il Capitano è li che mi aspetta per l’ultima frazione.
Non ho idea della classifica temporanea, ho sorpassato qualcuno durante il percorso, ma tra tutta quella gente non si capiva chi fosse della staffetta e chi della Salomon City Trail. Mi dirigo verso il traguardo per raggiungere gli altri due Spankies ed aspettare il Capitano.
Nell’arena Civica si festeggiano i vincitori della Salomon City Trail e l’arrivo della Relay è quasi dimenticato.
Mentre siamo li ad aspettare ci accorgiamo che il primo staffettista taglia il traguardo, quando ancora gli organizzatori stavano sistemando le medaglie.
Poi il nulla per dieci minuti. C’è stato persino il tempo di gustarci il passaggio di un poveraccio che ha sbagliato l’arrivo della Salomon ed ha tagliato il traguardo della Relay. NO COMMENT.
Poi finalmente si anima l’arrivo: passa il secondo, poi il terzo, il quarto . Ed ecco che arriva il Capitano dietro ad un altro paio di persone. La sua faccia è l’emblema della sofferenza, taglia il traguardo senza riuscire a darci il cinque.
SIAMO 7°
Ed era solo la nostra prima volta.

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Riccardo Quaglia

Runner per caso. Spanky Runner convinto.

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