Scarpa d'Oro ma non troppo

Non sempre le cose vanno come vorresti. Figuriamoci quando devi correre 21 km. Ebbene, se dovessimo ricordare la Scarpa d’Oro Half Marathon, credo che due siano le fotografie più rappresentative: la mia faccia devastata prima di tagliare il traguardo e il cronometro del Capitano che si ferma a 1h.43’47”. Si, proprio così. Non credo di aver mai sofferto così tanto nella mia breve vita da runner. Ho praticamente rotto a 1/4 di gara, dopo il primo ristoro, nel tentativo di tenere il passo (o meglio la gamba) di uno spumeggiante Capitano che girava ad una media di 4.50 al km!

Non mi ero certo prefissato di fare il mio best a Vigevano, ma sicuramente non credevo di soffrire così tanto. Giuro che ho pensato ad ogni km oltre il 10° di lasciar perdere, di fermarmi e farmi raccattare da qualcuno nelle campagne della lomellina e riportarmi allo Stadio di Vigevano. Ma in quei momenti trovi delle motivazioni anche poco plausibili – cazzo non posso ritirarmi, ho speso dei soldi per fare 21 km – che ti spingono ad arrivare alla fine e tagliare comunque il traguardo. E quando lo tagli hai praticamente la certezza che quella domenica la ricorderai per un bel pò. Poi arriva lui, il tuo compagno di gamba, nonchè Capitano del gruppo, ti guarda chiedendoti: “Sei a pezzi??” e ti mostra il suo Garmin. Imprecazione.

Il resto è superfluo da raccontare: i primi 5 km del percorso si districavano nella città di Vigevano, accompagnati da un discreto pubblico che osservava quei 1500 tapini correre per le vie della provincia pavese; poi tutti in campagna per i restanti ed infiniti 15 km. La giornata era splendida e ho preso pure il sole sulla pelata.

E’ stata un’esperienza. Da non ripetere.

Adesso testa a Berlino. Pelo è in gran spolvero e punta alto. Lui, del resto, è il nostro Capitano.